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Fin dagli inizi del progetto, riuscire ad aprire un nostro negozio è sempre stato un sogno nel cassetto.
Abbiamo iniziato come un e-commerce qualsiasi, tuttavia privarci della possibilità di stringere una relazione sincera, fatta di esperienze con i nostri clienti, non ci piace per nulla. Per questo siamo sempre sul pezzo, in cerca di eventi da organizzare o a cui partecipare come sponsor.
Siamo sempre stati convinti che avere un negozio fisico dove esporre la merce, raccontare al cliente la storia del prodotto e dell'azienda, e far toccare con mano la qualità superiore del nostro cotone biologico, potesse fare una differenza sostanziale, così abbiamo deciso di aprire un pop-up store.
Come funziona un temporary store?
Di fatto il temporary shop, o pop-up store, non è altro che un negozio temporaneo che "sbuca dal nulla". Il suo obiettivo è quello di creare una vera e propria esperienza di acquisto per i clienti, con lo scopo, ad esempio, di presentare una nuova linea, lanciare il brand in un altro territorio, testare un prodotto o vendere le rimanenze di magazzino, per poi sparire con altrettanta velocità.
In ognuno di questi casi, l'intenzione è quella di dare vita ad un evento effimero, collegato però ad un concetto durevole nel tempo, che leghi permanentemente l'utente al brand. Iniziative simili possono dare un'impulso alle vendite nel breve termine, rafforzando l'identità del marchio nel lungo, a fronte di costi ridotti e accessibili.
Come lo abbiamo fatto
Possiamo dire che l'iniziativa sia nata quasi per caso. Eravamo alla ricerca di rivenditori ed espositori per i nostri prodotti, con l'intenzione di affacciarci ad una nuova fetta di clienti che non è attiva sui social network e che dunque non è mai stata nel nostro target, nonostante la sensibilità sui temi ambientali ed etici.
Fra i vari esercizi che abbiamo visitato siamo capitati in un negozio bio di nostra conoscenza, dove la proprietaria non solo ha accettato di buon grado la nostra iniziativa, ma ci ha anche fatto presente di avere una vetrina in disuso nel locale adiacente, che potevamo utilizzare come meglio credevamo. Da qui l'idea di un'esposizione temporanea, dove sperimentare cosa volesse dire effettivamente avere un negozio e relazionarsi con i clienti dal vivo!
Non abbiamo perso un solo attimo, studiato per bene lo spazio a disposizione, abbiamo svuotato tutto il locale per iniziare a costruire il nostro store temporaneo. Innanzitutto abbiamo posizionato un tavolo e organizzato "L'angolo cassa". Poi abbiamo dovuto pensare a come esporre i nostri prodotti, così abbiamo recuperato un paio di manichini e una rella, il resto dei vestiti invece sono stati appesi qua e la per il negozio o piegati in alcune cassette di legno dipinte di bianco, molto in linea con la nostra filosofia Green.
Finiti i primi lavori ci siamo occupati dell'esperienza utente. Innanzitutto dovevamo procurarci un camerino per far provare al cliente i vestiti in tutta comodità e privacy, senza mettere nessuno a disagio. Poi ci siamo chiesti come creare la giusta atmosfera, così abbiamo recuperato un giradischi, scelto il sottofondo musicale adatto e ci siamo muniti di macchinetta del caffè, fondamentale per rendere al cliente un'esperienza migliore e a noi per permetterci di sopravvivere, specialmente di prima mattina!
Insomma, ci mancava soltanto una cosa: un po' di verde. Eddai, siamo un brand di moda sostenibile, e che fai? non ci metti una bella piantina d'arredo? Però il budget da destinare a ciò era esiguo, per quanto prendere un bonsai di pino secolare potesse essere sicuramente una scelta d'effetto, abbiamo preferito evitare di aprire un nuovo prestito in banca... Dunque ci siamo rivolti alla fioreria più vicina, chiedendo se avessero qualche pianta da noleggiare per una decina di giorni. La mattina successiva due alberelli di bosso ci aspettavano davanti al locale, pronti per arredarlo e renderlo in tutto e per tutto un negozio di abbigliamento Green. Era fatta! Ci bastava soltanto aprire ed aspettare i primi clienti insieme ai bossi all'entrata, che peraltro non abbiamo pagato un singolo centesimo per gentil concessione della fioreria.
La morale
Okay, scherzi a parte, la morale della favola è che sostenibilità significa si generare una supply-chain responsabile, produrre un basso impatto ambientale e garantire la tutela dei lavoratori, ma perché sia veramente definibile tale bisogna aggiungere un bel pizzico di collaborazione e aiuto reciproco.
Esattamente come ogni singolo essere vivente, per quanto piccolo possa essere, contribuisce alla prosperità di una foresta; così ogni piccola impresa può fare davvero la differenza, e tutto diventa molto più facile quando, invece di costruire muri, ci tendiamo una mano a vicenda verso il futuro.
Con questo articolo vogliamo dunque ringraziare chiunque ci abbia sostenuto fino ad oggi, dalla proprietaria del negozio, ai ragazzi della fioreria, ma soprattutto vogliamo dire grazie ad ognuno di voi, grazie perché anche con un semplice "follow" esprimete sempre il vostro profondo supporto. Un dovuto ringraziamento a tutti quanti, dal vostro team di LabelLess.
Ps. Di seguito vi lasciamo con una carrellata di esempi di pop-up store più riusciti degli ultimi tempi, siamo sicuri vi piaceranno tanto quanto sono piaciuti a noi.
